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If Only I Were That Warrior (di V. Ciriaci)
14 Giugno 2016

If only I were that warrior
di Valerio Ciriaci
Documentario, 72 min. – Italia / USA / Etiopia 2015.
Questo documentario ripercorre uno dei capitoli più controversi della storia coloniale italiana: quello dei crimini di guerra commessi dalle truppe fasciste durante l’invasione e la successiva occupazione dell’Etiopia nel 1935.
VICE: Il tuo documentario prende le mosse da un episodio di cronaca: la costruzione del sacrario di Affile in onore di Rodolfo Graziani nel 2012. Perché hai scelto proprio questo punto di partenza?
Valerio Ciriaci: Quando nel 2012 è stato inaugurato ad Affile il monumento al gerarca fascista Rodolfo Graziani la notizia ha fatto subito il giro del mondo, visto che Graziani è tristemente famoso per i crimini di guerra che ha commesso in Libia ed Etiopia e per la sua attiva e mai rinnegata partecipazione alla Repubblica di Salò. In Italia ne avevano parlato alcuni giornali, ma a dare l’allarme erano state più che altro testate internazionali come il New York Times, El País e la BBC.In quel periodo io vivevo a New York e sentendo parlare della questione ho deciso di andare a una conferenza sul tema organizzata dal Centro Primo Levi. In quell’occasione ho visto per la prima volta la furiosa indignazione di alcuni membri della comunità etiope presenti all’incontro, le cui testimonianze riportavano alla luce le atrocità italiane in Etiopia e mi hanno fatto capire quanto poco si sappia delle guerre coloniali italiane, le cui conseguenze si vedono ancora oggi.
È stato difficile mettere insieme il materiale e le testimonianze?
È stato un percorso lungo, che ha richiesto molto lavoro di ricerca. Il documentario contiene molto materiale d’archivio, che proviene principalmente dall’Archivio Centrale dello Stato—dove ho avuto accesso al Fondo Graziani […]. Molte di queste immagini non erano mai state pubblicate né utilizzate in un documentario: io le ho usate per ricostruire il contesto storico dell’occupazione dell’Etiopia. In totale, quando è cominciato il montaggio mi sono ritrovato ad avere circa 100 ore di girato. Molte interviste, molti personaggi e molte immagini d’archivio sono quindi state escluse. In futuro mi piacerebbe estendere questo progetto e utilizzare tutto quel materiale che per motivi di tempo è rimasto fuori dal documentario finito.
Mattia Salvia (www.vice.com/it)