Arena Borghesi 2016

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PERIFERIE

Qualche numero areniano, per cominciare: 120, 35, 5.
120 gli anni da quando fu costruita
35 gli anni da quando è rinata come cinema all’aperto
5 gli anni da quando ha cominciato a stimolare gli insani appetiti del vicinato
…e noi siamo ancora qui, senza badarci troppo, a presentare un’altra stagione cinematografica per l’estate faentina, sempre con la trepidazione e l’affanno per dover finire tutto di corsa, sempre con la speranza che il tempo regga e, soprattutto, con il vanto di poter ancora fare di quest’Arena, diciamolo, probabilmente la migliore di tutte.
Il tema, o il titolo, scelto quest’anno porta alla ribalta le Periferie. Intese in ogni senso: quelle italiane delle nostre città che fanno da sfondo ai Classici del lunedì, come sempre gratuiti in giugno e luglio; quelle in senso geografico più globale e, magari, quelle dell’anima, che però lasciamo a voi di rintracciare fra tutti gli altri titoli. L’indimenticabile favola cinematografica di Vittorio De Sica ambientata nella periferia milanese del secondo dopoguerra, Miracolo a Milano, del 1951 inaugurerà la presente stagione, seguito da L’onorevole Angelina di Luigi Zampa, Mimì metallurgico ferito nell’onore di Lina Wertmüller, Una giornata particolare di Ettore Scola, I vitelloni di Federico Fellini, Confessioni di un commissario… di Damiano Damiani, Guardie e ladri di Steno & Monicelli per terminare con il capolavoro di Pier Paolo Pasolini, paradigma della periferia, Accattone.
Al di là dei, Classici, il cartellone allestito per quest’estate ci soddisfa particolarmente per ricchezza e varietà: conta molto cinema italiano e un buon numero di prime visioni per Faenza. Inoltre, non rinunciamo all’animazione di qualità, soprattutto giapponese ma anche di casa Disney, perché siamo convinti che vi si trovino spesso gemme di prima grandezza. E neppure al genere documentario, che in Arena ha da sempre un seguito di appassionati. Torneranno anche, in maggior numero rispetto all’anno precedente, gli ospiti: registi e sceneggiatori che entreranno in Arena per presentare i loro film e per soddisfare la curiosità del pubblico.
Altra novità: quest’anno, per quanto riguarda il catalogo, abbiamo pensato alla riedizione di un’iniziativa lanciata per la prima volta una decina di anni fa e che in seguito non abbiamo più avuto la possibilità di ripetere. Abbiamo bandito un concorso, denominato “Arena Borghesi Cinema – Grafica” rivolto agli studenti delle scuole superiori delle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Bologna con lo scopo di realizzare il progetto grafico della copertina del catalogo e delle locandine per la stagione 2016. Non secondario fine di questa idea è il tentativo di avvicinare gli adolescenti, in un momento cruciale della loro formazione umana, sociale e culturale, al mondo del Cinema in generale e all’Arena in particolare.
Per dare completezza al progetto e giusto risalto a un maggior numero di lavori tra quelli pervenuti, abbiamo deciso di esporre al pubblico quelli da noi ritenuti più meritevoli, grazie all’appoggio dell’Amministrazione Comunale che ha messo a disposizione il Salone delle Bandiere presso la Residenza Comunale. La mostra resterà aperta fino al 20 giugno 2016.
Resta spazio per i saluti. Con quest’anno giunge a termine la convenzione con il Comune di Faenza che ci ha consentito di curare la programmazione dell’Arena Borghesi per tutti questi anni. L’incognita è grande. Come accennato all’inizio, gossip, paure, progetti “ambiziosi” si sono avvicendati per cinque lunghi anni, tutti immersi nella nebbia data dall’assenza di ufficialità, e finora nemmeno una foglia degli alberi dell’Arena è stata toccata. Durante questi anni, noi del Cineclub, forti del sostegno dei faentini, testimoniato dall’eccezionale raccolta di firme a difesa dell’Arena, abbiamo scelto di tenere un profilo basso, realistico e costruttivo. Forse è giunto il momento di chiedere certezze. L’Arena ha bisogno urgente di manutenzione per poter ambire ad un futuro garantito. È indispensabile un restauro conservativo che avvenga nell’ambito di un progetto di politica culturale saggia, coraggiosa e soprattutto lungimirante; perché non si disperda il capitale di unicità culturale accumulato in tre decenni; perché non diventi la nostra “Salerno-Reggio Calabria” o, peggio, il nostro “Ponte sullo stretto”.
Gabriele Lega
Cineclub Il raggio verde

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