L’ARENA AU NOIR
Timeo Danaos et dona ferentis.
(Eneide, Libro II, 49)
Faentini, amici dell’Arena, spettatori,
siamo qui per festeggiare l’Arena, non per seppellirla; per presentarvi la trentaseiesima stagione cinematografica dell’Arena Borghesi, che tutti vogliamo ancora una volta e per sempre bella e inimitabile, non per piangerne il destino.
I classici del lunedì, come ogni anno, danno il titolo all’intera stagione. Dopo aver dedicato nove anni alla riscoperta dell’arte cinematografica nazionale, ci dirigiamo quest’anno verso uno dei generi più nobili e frequentati dal Cinema internazionale, il “noir”, che pur avendo avuto la sua stagione d’oro negli anni Quaranta e Cinquanta a tutt’oggi è ancora vivo e vegeto. Passeremo in rassegna alcuni dei risultati migliori portati a questo genere dalle cinematografie di diversi Paesi, cominciando dal più recente, Pulp fiction di Quentin Tarantino (1994), che inaugurerà questa stagione. La rassegna proseguirà poi, ogni lunedì, con I diabolici (1955) di Henri-Georges Clouzot, Omicidio a luci rosse (1984) di Brian De Palma, Frank Costello faccia d’angelo (1967) di Jean-Pierre Melville, Le catene della colpa (1947) di Jacques Tourneur, Anatomia di un rapimento (1963) di Akira Kurosawa, per concludersi il 24 luglio con La fiamma del peccato (1944) di Billy Wilder. Questi titoli provengono da importanti cineteche italiane che hanno accordato gentilmente il prestito alla nostra arena estiva e che sono: la cineteca italiana di Milano, la cineteca Griffith di Genova e la cineteca di Bergamo Film Meeting.
Il resto del cartellone, ben 81 film, è ancora una volta il risultato della lotta sempre più insensata e sanguinosa condotta contro i distributori del nostro territorio che, con la nota insopportabile prepotenza di chi costituisce un vero e proprio “cartello”, pretendono di dettar legge in ogni sala della regione che non sia un multiplex, decidendo tanto i titoli dei film quanto il numero dei loro passaggi. Probabilmente noi siamo quelli che danno loro più filo da torcere e che ancora riescono a portare a casa un programma adatto alla peculiarità e allo speciale pubblico dell’Arena Borghesi. Questo, tuttavia, farà sì che il programma del mese di agosto possa subire alcune modifiche anche in corso di stagione: ce ne scusiamo fin d’ora.
Come sempre il grande pubblico troverà i migliori film di successo della stagione appena trascorsa, tra cui parecchi titoli ancora inediti a Faenza come per esempio Dopo l’amore, Une vie violente, Aspettando il re, Piuma, Rara, Mine; ma anche gli amanti del documentario (I am not your negro, Life animated) o del cinema di animazione non sono stati dimenticati e non mancherà Cinema per famiglie né qualche chicca dall’Estremo Oriente. Inoltre, visto il costante successo delle serate con ospiti, grazie a FICE e Cineteca di Bologna, anche quest’anno alcuni registi verranno all’Arena per presentare il proprio film: una tra tutte, Maysaloun Hamoud la regista palestinese di Libere disobbedienti innamorate.
L’Arena è sempre stata anche un luogo d’incontro e di dialogo, attraverso il linguaggio cinematografico, con altri rappresentanti del ricco panorama dell’associazionismo non solo faentino, perciò continueremo questa tradizione ospitando, tra gli altri, l’associazione Autismo Faenza, SOS Donna, Libera e Legambiente che prenderanno a pretesto uno dei film in programma per presentare la propria attività.
Infine, tornando al punto dolente che con l’incipit teatrale abbiamo voluto enfatizzare, dobbiamo ammettere che è molto difficile, quest’anno, mantenere alto lo spirito e sentirsi ottimisti. Tutti i faentini ormai sanno della partita che si gioca intorno all’Arena Borghesi da almeno sei anni.
La freccia scagliata a fine inverno 2011 ha infine raggiunto il suo bersaglio, ed ha colpito al centro o meglio, al cuore. Lo sconvolgimento temuto ha avuto inizio e sapremo soltanto a lavori conclusi se e quanto esserne contenti. L’opinione del cineclub Il raggio verde è nota: custodi della fiamma da decenni, abbiamo scelto di restare al cuore di queste vicende (pur nella nostra debolezza e rischiando anche di essere fraintesi), per cercare di garantirne almeno la trasparenza e di contribuire per quanto possibile a un esito che, ancorché non quello ideale, sia il più aderente possibile allo spirito di questo luogo anche per gli anni a venire, il più a lungo possibile.
Comunque andranno le cose, questa sarà l’ultima stagione dell’Arena come la conosciamo e come abbiamo imparato ad amarla negli anni. Quella che ha accompagnato ogni nostra estate dandoci rifugio dalla canicola, rivelandoci il Cinema più bello e formando il nostro gusto: inevitabile la malinconia.
Le promesse sono molte e pure le lusinghe, la stampa le ripete da settimane a pappagallo. Sarebbe errato non prenderle sul serio, ma lo è altrettanto concedere cieca fiducia, poiché è vero che il cittadino si emoziona volentieri con la “narrazione” ma i fatti (!) quelli ancora li sa giudicare. L’amministrazione cittadina ha pubblicamente garantito la continuazione dello spettacolo, l’attore privato ha promesso di fare ampiamente la sua parte nella stessa direzione. Noi, in vostro nome, saremo lì, testimoni (finché non ci cacceranno), a chiedere al Sindaco un inedito slancio, una visione lungimirante e coraggiosa di politica culturale vera e rivolta, prima di tutto, ai cittadini.
G. L. – Cineclub Il raggio verde