- Questo evento è passato.
45 Anni (di A. Haigh)
18 Giugno 2016
45 anni
di Andrew Haigh
Con Charlotte Rampling, Tom Courtenay, Geraldine James, Dolly Wells, David Sibley, Sam Alexander, Richard Cunningham, Hannah Chambers, Camille Ucan, Rufus Wright, Max Rudd.
Drammatico, 94 min. – UK 2015. Migliore interpretazione maschile e femminile al Festival di Berlino 2015.
Kate e Geoff Mercer sono sposati da quarantacinque anni e sabato festeggeranno il loro anniversario. I preparativi fervono e Kate è occupata in città con l’organizzazione del rinfresco. A casa intanto Geoff riceve una lettera destinata a cambiare la loro routine e la loro relazione, fino a quel momento dolce e imperturbabile. La lettera comunica a Mr. Mercer il ritrovamento del corpo della ex compagna, conservato per cinquant’anni dai ghiacciai delle Alpi svizzere.
Uno sguardo, un gesto, un movimento quasi impercettibile degli occhi, della bocca, del corpo: Charlotte Rampling non è un’attrice, è una donna di Picasso, va vista da molteplici punti di vista, interpretata come un libro; è un corpo da osservare e capire, per chi la dirige e la sa tenere sotto controllo molto probabilmente è un’ossessione.
45 Years, il film di Andrew Haigh, è un film con lei, Charlotte Rampling. Ma soprattutto è su di lei, e più ancora di lei: il magnetismo quasi minaccioso della sua presenza in scena riporta ai tempi diSotto la sabbia, alla solitudine devastante dei suoi occhi, al senso di paura, smarrimento e fallimento che il suo volto racchiude, trasmette e restituisce allo spettatore. […]
Andrew Haigh – già regista del notevole Weekend (2011) e tra gli autori della serie Looking – racchiude nello spazio della casa la tensione quasi inepressa ma sottilissima fra i due personaggi: la Rampling che trattiene tutto, che strappa ogni reazione (una mano tolta di scatto, un sorriso forzato, un corpo negate) e Tom Courtenay, altrettanto straordinario, che di rimando va in pezzi lentamente, perdendo il controllo dei movimenti, facendosi travolgere dal fantasma della vecchiaia, della demenza, dell’oscenità.
45 Years è un film di fantasmi: fantasmi in scena, fantasmi nel tempo, fantasmi nelle immagini – una foto trovata e non vista, una proiezione di diapositive riflessa sul muro e sul corpo della Rampling, in un bellissimo, controllattimo dialogo impossibile – fantasmi nella memoria di chi ha sempre nascosto tutto, e non l’ha mai saputo.
Haigh pecca forse di eccessivo controllo e non rinuncia all’idea di un cinema confezionato e girato perché nulla sconvolga veramente e tutto si fermi un secondo prima del crollo. Con un poco più di coraggio, con un montaggio meno narrativo e più insistito sulla relazione fra i due protagonisti – che insieme allestistiscono momenti di cinema puro, cinema di parola e di primi piani – avrebbe potuto girare un film ancora più spudorato, ancora più nudo ed essenziale. Un film sulla relatività di tutto, in questa vita lunga e lontana, dall’amore al tempo alla vicinanza fisica.
Roberto Manassero (www.cineforum.it)