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Accattone (di P. P. Pasolini) – INGRESSO GRATUITO
25 Luglio 2016
Accattone
di Pier Paolo Pasolini
Con Franco Citti, Franca Pasut, Silvana Corsini, Paola Guidi. Soggetto e sceneggiatura Pasolini (con la collaborazione ai dialoghi di Sergio Citti). Fotografia Tonino Delli Colli. Scenografia Flavio Mogherini.
Drammatico, 116 min. – Italia 1961.
Roma, lo chiamano Accattone perché campa di espedienti. Ha una moglie (con un figlioletto) che non vuole più vederselo intorno. Vive alle spalle di Maddalena, una prostituta che prima era legata a un lestofante napoletano finito in galera.
Nel 1961 Pasolini affronta l’esperienza cinematografica, che si rivelerà fondamentale per lo sviluppo della sua poetica, grazie al coraggio del produttore indipendente Alfredo Bini […]. Alle azioni e alla psicologia di Accattone Pasolini applica un linguaggio visivo elementare che Dell Colli, collaboratore prezioso, traduce in un bianco e nero grezzo, calcinato e senza fronzoli. L’impasto di protervia, religione pagana, fragilità e ignoranza offre al protagonista e a quelli che lo circondano il mezzo espressivo idoneo alla rappresentazione di una metaforica via crucis. Il cinema, per Pasolini, si rivela un veicolo comunicativo assai più potente della narrativa letteraria, il modello di Ingrid Bergman aiutando
Fernaldo Di Giammatteo e Cristina Bragaglia (Dizionario dei capolavori del cinema)
Pasolini nel girare Accattone, metteva le mani in una ferita aperta nella pseudo coscienza borghese, quella dell’esistenza di due Italie, una ufficiale, l’Italia da esportazione, onesta, né povera, né ricca ma allegra e sincera, quella oleografica dell’antica nobiltà e dei mangiatori di maccheroni, e un’Italia miserrima, in cui tutto, dalla lingua ai codici morali, era fermo ad un passato mai risolto di carognesca vitalità senza scampo, in cui neppure un debole riflesso della prima poteva filtrare attraverso il duro codice pre-borghese della sopravvivenza, della vita alla giornata.
Serafino Murri (Pier Paolo Pasolini)