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Dheepan (di J. Audiard)
1 Agosto 2016

Dheepan – Una nuova vita
di Jacques Audiard
Con Vincent Rottiers, Marc Zinga, Jesuthasan Antonythasan, Kalieaswari Srinivasan, Franck Falise, Claudine Vinasithamby.
Thriller, 109 min. – Francia 2015. Palma d’oro al Festival di Cannes 2015.
Dheepan deve fuggire dalla guerra civile dello Sri Lanka e per farlo si associa con una donna e una bambina. I tre si fingono una famiglia e riescono così a scappare e rifugiarsi nella periferia di Parigi. Anche se non parlano francese né hanno contatti. Trovati due lavori molto semplici (guardiano tuttofare e badante) i due scopriranno la vita da periferia, le bande e le regole criminali che vigono nel posto che abitano.
[…] Nelle mani di Audiard – che viene da un genere misantropo come il polar (si vedano ad esempio la sua opera prima, lo splendido Regard les hommes tomber, o il più recente Il profeta) e si ispira ad un testo di sferzante pessimismo come le Lettere persiane di Montesquieu – l’argomento scivola fuori dalla rete del solidarismo a buon mercato e delle ipocrisie politicamente corrette per approdare in territori più inconsueti, nella fattispecie dalle parti di Thomas Hobbes e delle sue riflessioni sull’aggressività e lo stato di guerra come condizioni naturali del genere umano.
È così che i tre personaggi, pur trovando la forza di non soccombere alla miseria o alla discriminazione, nulla possono contro la guerra – di banlieue, tra spacciatori di droga – che ha per teatro il condominio dove vanno a vivere. È questo che fa di Dheepan un film importante quanto inesorabile e lucido nel suo pessimismo: il coraggio di rimpiazzare l’idea comune quanto inconsistente che la tolleranza sia il farmaco capace di curare la violenza dei nostri tempi con la consapevolezza che gli uomini hanno la guerra dentro di loro, come un virus in incubazione pronto ad esplodere senza preavviso, alla prima occasione.
Per buona parte del film Audiard segue le vicende dei tre protagonisti con stile austero, adeguando la messa in scena all’ordinarietà delle loro esistenze, al loro strenuo sforzo per omologarsi all’ambiente sociale che li ha ospitati. Poi nel finale Dheepan ha uno scarto, vira verso territori di intensa visionarietà, in bilico perfetto tra l’incubo di un mondo avvitato sulla violenza e la chimera dell’arrivo in uno spazio di imperturbabile serenità. Quasi che per accendere la miccia del cinema fosse necessario il contatto con drammi fatti di sangue e desiderio, sogno e disperazione.
Leonardo Gandini (www.cineforum.it)