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The Martian (di R. Scott)
31 Luglio 2016

Sopravvissuto – The Martian
di Ridley Scott
Con Matt Damon, Jessica Chastain, Kate Mara, Kristen Wiig, Sebastian Stan, Michael Peña, Sean Bean, Mackenzie Davis, Chiwetel Ejiofor, Donald Glover, Jeff Daniels, Aksel Hennie.
Fantascienza, 130 min. – USA 2015.
Durante una missione su Marte, l’astronauta Mark Watney viene considerato morto e per questo abbandonato dal suo equipaggio. Ma Watney è sopravvissuto e ora si ritrova solo sul pianeta ostile. Dovrà quindi attingere al suo ingegno e al suo spirito di sopravvivenza per segnalare alla Terra che è vivo. Intanto, la NASA lavora instancabilmente per cercare di riportarlo a casa, mentre i suoi compagni cercano di tracciare una quasi impossibile, missione di salvataggio.
L’equipaggio di una missione su Marte fugge durante una tempesta lasciando sul pianeta un componente creduto cadavere. Che però non è morto, e troverà modi per sopravvivere sul Pianeta Rosso e farsi tornare a prendere.
Cast Away (ovvero Robinson Crusoe) nello spazio, con toni da commedia, echi paradossalmente western, trovate a ripetizione, tensione spezzata dal comico (!) e viceversa. Damon (bravissimo) è da solo sullo schermo, ma il resto dello straordinario cast (occhio all’immenso Jeff Daniels) lo accarezza da lontano.
Un’avventura avvincente, che è anche un po’ l’anti-Interstellar: ma soprattutto un film dal mood unico, mai tentato prima, che si nutre di citazioni e rimandi per riflettere sull’eterno ritorno della rappresentazione e delle modalità con cui rendere inedita materia già adoperata all’infinito. Il merito della riuscita va equamente diviso: da una parte c’è Scott, non nuovo alla fantascienza e qui ai massimi livelli di perizia di messa in scena ed emotività; dall’altra lo sceneggiatore Drew Goddard (Cloverfield, Quella casa nel bosco) che qui applica il suo metodo “metacinematografico” al cinema mainstream con risultati da applauso. Intrattenimento di intelligenza sopraffina e fattura divina (anche se il 3D è ininfluente: è ben più “tridimensionale” la colonna sonora con brani vintage da urlo, memore della lezione di Guardiani della Galassia), sempre dalla parte dello spettatore: due ore e venti di divertimento ininterrotto che produrranno nomination-Oscar a valanga (a partire da quelle tecniche: per le altre si vedrà) e che lasciano con l’idea che il Cinema, malgrado tutto, sia ancora qualcosa per cui vale la pena vivere.
Filippo Mazzarella (www.vivimilano.corriere.it)