
- Questo evento è passato.
Il Padre d’Italia (di F. Mollo)
1 Agosto 2017

Il Padre d’Italia
di Fabio Mollo
Drammatico, 106’, Italia, 2017
Con Luca Marinelli, Isabella Ragonese, Anna Ferruzzo, Mario Sgueglia, Federica de Cola, Miriam Karlkvist, Esther Elisha, Sara Putignano, Filippo Gattuso, Franca Maresa
Paolo ha 30 anni e conduce una vita solitaria, quasi a volersi nascondere dal mondo. Il suo passato è segnato da un dolore che non riesce a superare. Una notte, per puro caso, incontra Mia, una prorompente e problematica coetanea al sesto mese di gravidanza, che mette la sua vita sottosopra. Spinto dalla volontà di riaccompagnarla a casa, Paolo comincia un viaggio al suo fianco che porterà entrambi ad attraversare l’Italia e a scoprire il loro irrefrenabile desiderio di vivere.
Ennesima dimostrazione del fatto che quanto di più interessante, stimolante, curioso, nuovo nel cinema italiano odierno non proviene dal flusso della commedia. Purtroppo. Dispiace, perché la commedia costituisce quantitativamente sempre più la principale massa critica della nostra produzione; ma anche perché è una forma di espressione radicata profondamente nel dna del cinema italiano. Ma gli spunti di maggior interesse non provengono da lì. Il problema semmai è che riescano a farsi strada fino al pubblico e che il pubblico li riconosca. ‘Il padre d’Italia’ mette un sacco di carne al fuoco, con un ventaglio di temi tutti maiuscoli: omosessualità, paternità e maternità, maturità, condizione di giovani uomini e donne, sentimento del futuro e della costruzione. Ma nel film non troverete un’esposizione di temi. Troverete due personaggi. Un uomo e una donna coetanei, su per giù trentenni. Non una narrazione lineare, tantomeno pedantemente esplicativa, ma molti salti che evitano il superfluo e conservano l’essenziale. Poche pennellate sicure. (…) Isabella Ragonese (Mia) parte svantaggiata con l’onere, che sorregge con molto onore, di un ruolo più visto e convenzionale, oltre che segnato dalla negatività di tutti i possibili velleitarismi generazionali. Luca Marinelli (Paolo) si avvantaggia di un personaggio più inusuale, più imprevedibile; e in ogni caso si conferma tra gli interpreti di maggior spessore della sua età nel panorama italiano. II regista è Fabio Mollo, che governa con sapienza i suoi personaggi e i suoi interpreti, qui al suo secondo lungometraggio. Una bella sorpresa.
Paolo D’Agostini (La Repubblica, 9 marzo 2017)