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Amori e Inganni (di W. Stillman)
2 Agosto 2017
Amori e inganni
di Whit Stillman
Commedia, drammatico, sentimentale, 92’, Irlanda, Francia, Paesi Bassi, 2016
Con Kate Beckinsale, Xavier Samuel, Morfydd Clark, Emma Greenwell, Tom Bennett. continua» James Fleet, Jemma Redgrave, Justin Edwards, Jenn Murray, Stephen Fry, Chloë Sevigny, Kelly Campbell, Conor Lambert, Conor MacNeill, Ross Mac Mahon
Langford, Regno Unito, fine XVIII secolo. Lady Susan è rimasta vedova per l’improvvisa morte del marito. Lascia quindi la residenza di Langford insieme alla figlia Frederica per stabilirsi a Churchill, dai parenti del defunto consorte. La cognata Catherine diffida fortemente di Lady Susan, ma sembra non potere nulla contro lo schema della fascinosa vedova, che intende sedurre il fratello di Catherine, Reginald, e maritare la figlia con il ricchissimo ma ebete Sir James Martin.
C’è poco da fare: tra le migliori e più feconde autrici di soggetti per il cinema non possiamo che annoverare Jane Austen, la grande scrittrice inglese settecentesca vissuta a cavallo tra le ultime istanze del buon gusto e del buon senso illuminista e i primi sussulti dell’impeto romantico. (…)
A differenza di tante altre eroine austeniane, giovani e di belle speranze, la Lady Susan di Amore e inganni è una vedova cinica e opportunista, ancora piacente e soprattutto intenzionata a sistemare se stessa e la figlia adolescente, l’ingenua Frederica, con un matrimonio vantaggioso. Vicino, per certi aspetti, più all’impianto ideologico del Barry Lyndon di Kubrick che alle precedenti riduzioni austeniane, tendenti a esaltare l’aspetto “romantico” delle trame, il film di Stillman condivide con il capolavoro kubrickiano la descrizione di una società belluina e feroce, quella dell’Inghilterra di fine settecento, celata sotto i paludamenti di una cortesia tanto splendida e inerte quanto ipocrita. Una società ancora impastoiata nelle convenzioni sociali e nella rigida ripartizione, anche sessuale, dei ruoli, laddove la donna, cui non si addice “andare a lavorare”, può trovare una via di fuga e una parvenza di riscatto unicamente attraverso l’intrigo e la dissimulazione. Amara analisi finale per un film, peraltro, diretto con sicuro mestiere ma privo di picchi emotivi e stilistici, ben sorretto tuttavia dall’ottimo lavoro della fotografia e dalle musiche, in equilibrio tra composizioni originali e brani d’epoca.
Gianfrancesco Iacono (www.cinematografo.it/recensioni/amore-e-inganni/)