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Inside Out (di P. Docter e R. del Carmen)
2 Settembre 2016
Inside Out
di Pete Docter
Con Stella Musy, Melina Martello, Paolo Marchese, Daniele Giuliani, Veronica Puccio, Vittoria Bartolomei.
Animazione, 94 min. – USA 2016. Miglior film d’animazione Oscar 2016.
Riley ha undici anni e una vita felice. Cresce insieme alle sue emozioni che, accomodate in un attrezzatissimo quartier generale, la consigliano, la incoraggiano, la contengono, la spazientiscono, la intristiscono, la infastidiscono. Trasferiti dal Minnesota a San Francisco, Riley e genitori provano ad adattarsi alla nuova vita. mettendo però a dura prova le loro emozioni.
[…] Inside Out visualizza ed elegge a protagonisti della vicenda la gioia, la tristezza, la rabbia, la paura e il disgusto, emozioni che guidano le decisioni e sono alla base dell’interazione sociale di Riley, che a undici anni deve affrontare sfide e cambiamenti. Inside Out sviluppa l’avventura dentro, attraversando in compagnia di Joy e Sadness la memoria, il subconscio, il pensiero astratto e la produzione onirica di una bambina che sta imparando a compensare la propria emotività e ad assestarsi in una città altra.
Diretto da Pete Docter, Inside Out impersona le voci di dentro con un radicalismo che impressiona e commuove. Con Inside Out Docter installa di nuovo l’immaginario al comando e ingaggia cinque creature brillanti per animare un racconto di formazione che mette in relazione emozioni e coscienza. Perché senza il sentimento di un’emozione non c’è apprendimento. Docter lavora sulla fanciullezza, tuffandosi nella testa di una bambina, organizzando la sua esperienza infantile intorno a centri di interesse (la famiglia, l’amicizia, l’hockey, etc) e accendendola con flussi di pensieri sferici che hanno tutti i colori delle emozioni. E a introdurre Riley sono proprio le sue emozioni che agitandosi tra conscio e inconscio sviluppano le sue competenze e la equipaggiano per condurla a uno stadio successivo dell’esistenza. Nel cammino alcuni ricordi resistono, altri svaniscono risucchiati da un’aspirapolvere solerte nel fare il cambio delle stagioni della vita e spazio al nuovo. A un passo dalla pubertà e resistente dentro un’infanzia gioiosa, che Joy custodisce risolutamente e Sadness assedia timidamente, Riley passa dal semplice al complesso, dal noto all’ignoto.
Dentro e fuori Riley partecipiamo alle vocalizzazioni affettive indotte da Joy e Sadness che, finalmente congiunte, la invitano a comunicare la tristezza. Perché la tristezza, quando è blu e piena come Sadness, è necessaria al superamento dell’ostacolo e alla costruzione di sé.
Marzia Gandolfi (www.mymovies.it)