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La Fiamma del Peccato (di B. Wilder) – INGRESSO GRATUITO
24 Luglio 2017
La fiamma del peccato
Di Billy Wilder
USA, 1944, 107’
Sceneggiatura di Raymond Chandler e B. Wilder, fotografia di John F. Seitz, montaggio di Doane Harrison, scenografia di Hans Dreier e Hal Pereira e musica di Miklós Rózsa.
Con Fred McMurray, Barbara Stranwyck, Edward G. Robinson e Porter Hall.
“Ho ucciso per denaro e per una donna e non ho preso il denaro e non ho preso la donna. Bell’affare”.
Il magistrale incipit di Wilder ci porta a Los Angeles. Mortalmente ferito, l’agente assicurativo Walter Neff confessa al magnetofono il delitto che ha commesso. In casa di Dietrichson, dove si era recato per il rinnovo della polizza di assicurazione sull’auto, incontra Phyllis, la sua seducente moglie. Che ha in mente un piano e lo lascia intuire a Neff: proporre al marito un’assicurazione sulla vita che preveda una doppia indennità. Stipulato il contratto, non sarà difficile uccidere il vecchio….
La storia di un delitto incorniciata dalla confessione e dalla morte del protagonista. Come Viale del tramonto, che Wilder girerà sei anni dopo: qui parla un moribondo, là un morto. Il soggetto deriva dal romanzo omonimo di James Cain ed è sceneggiato dal regista insieme a Raymond Chandler. Al fondo di tutto, un destino implacabile, com’è nella tradizione più pura del noir. Al centro troviamo il personaggio emblematico della misoginia degli autori di gialli: la dark lady, impersonata da una conturbante Barbara Stranwyck.
Fernaldo Di Giammatteo e Cristina Bragaglia – Dizionario dei capolavori del cinema
Lo spessore, la polivalenza, l’ambiguità stessa dei rapporti, di questo primo film nero wilderiano, ne formano, dunque, l’ossatura stessa della drammaticità filmica. La messa in scena si basa su una profondità, anche fotografica, che sarà proprio usuale in Wilder, ma che ritroveremo, non a caso in Lost Week-End e in Sunset Boulevard, film girati con John Seitz. La maestria di Wilder, nel taglio delle scene, nel ritmo, nei dialoghi è già assoluta, come pure la capacità di scegliere e dirigere gli attori: qui soprattutto un’indimenticabile Stanwyck. Intensamente, furiosamente, quasi nel presentimento che nonostante tutto il cinema stia per cambiare, Wilder vive la sua stagione di classico.
Alessandro Cappabianca – Billy Wilder, Il Castoro
“È molto più facile tecnicamente girare a Hollywood. Se dovete subire un’operazione difficile, perché non andare nel miglior ospedale?”