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Perfect Day (di F. L. de Aranoa)
13 Agosto 2016

Perfect Day
di Fernando León de Aranoa
Con Benicio Del Toro, Tim Robbins, Olga Kurylenko, Melanie Thierry, Fedja štukan.
Drammatico, 106 min. – Spagna 2015.
È il 1995 da qualche parte in Bosnia, tre operatori umanitari (il responsabile della sicurezza Mambrù, la responsabile delle risorse idriche Sophie, l’operatore B) sono impegnati nella rimozione di un cadavere da un pozzo. L’operazione è necessaria per bonificare l’acqua che rifornisce una comunità. I mezzi a disposizione sono però scarsi, una corda ed un piccolo argano e l’uomo nel pozzo particolarmente grasso, così la corda si rompe.
(…) Una storia di normale anormalità, di complicazioni irrazionali, mine reali, ideali umanitari e umane debolezze. Il cinema di Fernando Leon de Aranoa, salta in avanti con questo capitolo, pur restando fedele ad una poetica delle piccole cose e dei piccoli momenti. Come i suoi antieroi lavorano con pazienza a mettere un po’ d’ordine nel caos, il regista spagnolo lavora con mezzi semplici a fotografare la labirintica complessità della vita e ne esce un racconto realistico ed emblematico insieme, nel quale però la metafora non è schiacciante né pregiudicante.
Merito di una sceneggiatura più che buona, dove tutto torna senza che ne avvertiamo la meccanica, o almeno senza che si avverta la forzatura in tale meccanica, perché perfettamente giustificata dal tema del film, che ha a che fare con i ricorsi della Storia così come con la capacità degli uomini di aggrovigliare tragicamente la matassa già di per sé imperscrutabile del destino. Senza lanciarsi in discorsi troppo alti ed estranei al film, rimanendo ben ancorato a terra, alla ricerca di una banale corda o di un pallone da calcio, Aranoa parla del dramma della guerra meglio di tante immagini dal fronte, confuse e roboanti. Come nelle opere migliori, Perfect Day tratta di relazioni, e trova davvero un valore aggiunto nel cast internazionale e nel lavoro di Benicio Del Toro in primis, che tiene la nota di base, grave e mai patetica, su cui possono improvvisare quella più comica di Tim Robbins, quella maliziosa (solo in apparenza) della Kurylenko, quella più ingenua (e un poco al limite) di Mélanie Thierry. L’ironia della sorte, ci dice Aranoa, non è sempre quella di passare dalla padella alla brace, mentre fuori piove: a volte si può sorridere, con meno amarezza, del movimento contrario, dalla brace alla padella. Fuori, comunque, piove.
Marianna Cappi (www.mymovies.it)