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Perfetti Sconosciuti (di P. Genovese)
6 Agosto 2016
Perfetti Sconosciuti
di Paolo Genovese
Con Giuseppe Battiston, Anna Foglietta, Marco Giallini, Edoardo Leo, Valerio Mastandrea, Alba Rohrwacher, Kasia Smutniak.
Commedia, 97 min. – Italia 2016. Miglior film e migliore sceneggiatura al David di Donatello 2016.
Ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata ed una segreta. Nel corso di una cena tra amici, Eva si dice convinta che tante coppie si lascerebbero se ogni rispettivo controllasse il contenuto del cellulare dell’altro. Parte così una sorta di gioco per cui tutti dovranno accettare, durante la serata, di leggere sms/chat o ascoltare telefonate pubblicamente. Quello che all’inizio sembra un passatempo innocente diventerà man mano un gioco al massacro.
[…] Perché Perfetti sconosciuti è un film cattivo, e che sempre ne sia lodata la cattiveria.
Un film che smorza nella romanità popolare (quella de ‘sti regazzini che so’ cresciuti insieme, e che ora hanno 40 anni) la prosopopea borghese del cinema più “alto” che ha questo genere d’impianto: quello, appunto, che ammicca al suo pubblico, con complicità intellettuale e di classe, proprio quando vuole strappargli di dosso la sua maschera e le sue ipocrisie.
[…]Si percepisce benissimo, e si apprezza, l’affiatamento del gruppo degli attori. Nonostante il gioco dei controcampi di Genovese spinga tutti a estremizzare le reazioni non verbali, a esagerare con le faccette, c’è fluidità, e un’intesa che garantisce verosimiglianza.
Si percepisce il coraggio e lo stupore di attori che – per dirla con Mastandrea – forse non avevano mai mescolato commedia e dramma fino a questo punto, e sono riusciti a non cadere.
[…]Certo, l’artificio con il quale il regista risolve la sua vicenda è furbo, forse frettoloso: ma è anche l’uovo di Colombo inevitabile, e l’amaro in bocca rimane eccome.
Commedia sì, quindi, ma con giudizio. Italiana anche. Per una volta, commedia all’italiana nell’accezione migliore e più classica del termine, non citata a sproposito solo perché battente bandiera tricolore.
Perché, forse, più che un testo sui fantasmi e le spade di Damocle della coppia, Perfetti sconosciuti è un film sull’amicizia, tanto quella al maschile quanto quella al femminile (basta stare attenti alle interazioni trasversali alla coppia, e diventa subito ovvio). E, ancora più sotto, un film sull’ipocrisia della società italiana, che passa per i comportamenti, certo, ma anche per il linguaggio.
L’ipocrisia di un politicamente corretto che nel film di Paolo Genovese viene accantonato senza proclami, lasciando spazio a un parlare sfacciato e leggero, volgare e pudico, carico di livore, dolore e affetto, e che gravita attorno a un tavolo con spirito davvero scoliano.
Federico Gironi (www.comingsoon.it)