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The Danish Girl (di T. Hooper)

9 Luglio 2016

The Danish Girl

di Tom Hooper

Con Eddie Redmayne, Amber Heard, Alicia Vikander, Matthias Schoenaerts, Adrian Schiller.

Biografico, 120 min. – UK / USA 2015. Miglior attrice non protagonista Oscar 2016.

Copenhagen, primi anni ‘20. L’artista danese Gerda Wegener dipinge un ritratto del marito Einar vestito da donna. Il dipinto raggiunge grande popolarità e Einar inizia a mantenere in modo permanente un’apparenza femminile, mutando il suo nome in Lili Elbe. Spinto da ideali femministi e supportato dalla moglie, Elbe tenta di effettuare il primo intervento per cambio di sesso da uomo a donna. L’intervento avrà grosse ripercussioni sul suo matrimonio e sulla sua identità.

Tom Hooper riesce dove molti altri registi falliscono. Trasforma in solido intrattenimento storie sfaccettate non perdendo di vista la complessità. Per molta parte della critica il suo approccio è semplicistico ed eccessivamente compiacente nei confronti del pubblico. In realtà il pubblico non è sempre sprovveduto e rendere chiaro (che non significa per forza spiegare, sottolineare, ridondare) è da considerarsi qualità e non il mero svolgimento di un compitino diligente. Anche perché tutto nella visione di Hooper concorre ad inserire i contenuti in un grande spettacolo. Al centro dei suoi interessi un senso di inadeguatezza con cui venire a patti: la balbuzie del Duca di York ne Il discorso del re, il tentativo di rivalsa e redenzione di Jean Valjean ne Les Miserables […].

Un processo di cambiamento abilmente gestito nella sceneggiatura di Lucinda Coxon che mostra, scava, motiva, cura ogni dettaglio psicologico, costruendo un personaggio non solo credibile, ma vivo e pulsante, dando risalto sia alle luci che alle ombre.

Anche la deriva lacrimevole non stona, perché la storia è potente e la sceneggiatura si abbandona ad essa contrapponendo, anche con una certa furbizia certo (l’inglese è parlato ovunque), la scoperta di sé con il grande amore. Hooper gestisce il racconto con la consueta minuziosità, cerca il bello in ogni inquadratura, l’armonia nella composizione delle immagini e si avvale di collaboratori eccellenti nella ricostruzione storica. L’andamento è pacato, alla provocazione preferisce la comprensione, che non evolve mai in odiosa tolleranza, la tesi c’è, ma è subordinata alla narrazione e non viceversa. Forse eccede in enfasi, curando molto la confezione per rendere il tutto il più possibile appetibile, ma si attiene al genere, il melodramma, prescelto.

Luca Baroncini (www.spietati.it)

Dettagli

Data:
9 Luglio 2016
Categoria Evento:

Luogo

Arena Borghesi
Viale Stradone 4
Faenza, RA 48018 Italia
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Organizzatore

Cineclub Il Raggio Verde
Email
info@cineclubilraggioverde.it
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