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Lo Chiamavano Jeeg Robot (di G. Mainetti)
8 Luglio 2016
Lo chiamavano Jeeg Robot
di Gabriele Mainetti
Con Claudio Santamaria, Luca Marinelli, Ilenia Pastorelli, Stefano Ambrogi, Maurizio Tesei.
Fantascienza / Commedia, 112 min. – Italia 2015. Miglior regista esordiente, miglior produttore, miglior attore e attrice protagonista, miglior attore e attrice non protagonista al David di Donatello 2016
Enzo Ceccotti entra in contatto con una sostanza radioattiva. A causa di un incidente scopre di avere una forza sovraumana. Ombroso, introverso e chiuso in sé stesso, Enzo accoglie il dono dei nuovi poteri come una benedizione per la sua carriera di delinquente. Tutto cambia quando incontra Alessia, convinta che lui sia l’eroe del famoso cartone animato giapponese Jeeg Robot d’acciaio.
L’opera prima di Gabriele Mainetti è un autentico capolavoro che è destinato a restare indelebile nella storia del cinema nostrano. D’ora in avanti chi vorrà realizzare un film di questo genere dovrà per forza di cose ispirarsi al film con protagonista Claudio Santamaria nei panni dell’eroe Enzo Ceccotti, che dopo una vita di difficoltà riceve in dono dalle acque del Tevere i superpoteri diventando Hiroshi Shiba.
[…] Mainetti costruisce il suo protagonista come un ladruncolo della borgata romana, andando ad indagare in una realtà difficile e rappresentata in modo crudo e realistico. Questo effetto realistico è esaltato dall’utilizzo minimo degli effetti speciali, mentre sono le location e i dialoghi a dare una forza mai vista prima a questo film. Il cast può contare anche su una bravissima Ilenia Pastorelli, fin troppo credibile nei panni di una fan con deficit psichici e amante di Jeeg Robot d’acciaio. Sarà lei a tirare fuori il buono da Enzo Ceccotti depurando il suo cuore e la propria voglia di utilizzare i suoi poteri per i meri scopi personali. Santamaria riesce a essere freddo e emozionante allo stesso tempo, rendendo in modo perfetto i drammi interiori dell’eroe e l’evoluzione del suo rapporto con la ragazza. Impossibile poi esimersi dai complimenti alla gemma più luminosa di questo film: la follia di Luca Marinelli nell’interpretare Zingaro. L’attore romano è stato eccezionale nel non strafare riuscendo sempre e comunque a mantenere il controllo sulla schizofrenia e il bipolarismo del suo personaggio. […] Mainetti ha inserito una vena folle e coraggiosa che quando riesce ad esprimersi è in grado di far fare il salto di qualità ad un’opera rendendola semplicemente straordinaria, un vero gioiello.
Thomas Cardinali (www.filmup.com)