La La Land
di Damien Chazelle
Commedia, drammatico, musicale, sentimentale, 128′, USA 2016
Con Ryan Gosling, Emma Stone, J.K. Simmons, Finn Wittrock, Sonoya Mizuno, Rosemarie DeWitt, Josh Pence, Jason Fuchs
-FILM D’APERTURA, IN CONCORSO, DELLA 73. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2016); COPPA VOLPI PER LA MIGLIORE ATTRICE A EMMA STONE.
– GOLDEN GLOBES 2017 PER: MIGLIOR FILM COMMEDIA/MUSICAL, REGISTA, ATTORE (RYAN GOSLING) E ATTRICE (EMMA STONE) PROTAGONISTI, SCENEGGIATURA, COLONNA SONORA E CANZONE ORIGINALE (“CITY OF STARS”).
– OSCAR 2017 PER: MIGLIOR REGIA, ATTRICE PROTAGONISTA (EMMA STONE), FOTOGRAFIA, COLONNA SONORA, SCENOGRAFIA E CANZONE ORIGINALE (“CITY OF STARS”)
Mia (Emma Stone), un’aspirante attrice, e Sebastian (Ryan Gosling), pianista jazz, incrociano le loro strade a Los Angeles. Entrambi sognatori, si innamorano e si ritrovano a condividere sogni, speranze e illusioni. Così come li ha uniti, la città può anche distruggerli: bilanciare amore e arte può risultare essere più difficile di quanto credevano.
Delizioso, non sapevo se guardarlo o se leccarlo”, scrive Lane sul New Yorker. Però mette una gran voglia, speriamo anche a chi non ama i musical e fa confusione tra Vincente Minnelli e Liza Minnelli.
È una meraviglia, un film che segna la differenza tra chi ama il cinema e chi non lo ama. Magari lo tollera, magari lo va a vedere, magari pensa che faccia parte di un minimo bagaglio culturale assieme a qualche romanzo, magari pensa che debba essere insegnato nelle scuole, magari lo vuole anche scrivere o girare o recitare. Ma non lo ama per davvero, e non è pronto a sopportare tanti brutti film per guadagnarsi un simile gioiello. Lo ha scritto e diretto Damien Chazelle, poco più che trentenne. Sembrava avesse fatto il botto con “Whiplash”. E invece rilancia, con un film che nessuno voleva produrre e che ha messo insieme 14 candidature agli Oscar. Emma Stone (da “Birdland”) e Ryan Gosling (da “Drive”) sono bellissimi e di sublime eleganza. Quando studiano la parte e la partitura incolonnati in macchina. Quando litigano sul jazz. Quando lei tira fuori le scarpette dalla borsa per ballare il tip tap, davanti a un tramonto losangelino rosa e viola. “Sprecato per noi, altri due si sarebbero innamorati”, dicono le parole della canzone, una delle tante che si canticchiano uscendo dal cinema. Quando la proiezione di “Gioventù bruciata” si interrompe, e vanno al Planetario visto sullo schermo. Una favola per i nostri tempi? Niente affatto: è un film realista e contemporaneo, informato sulla vita e sull’arte. Molto più delle storie vere – e a tendenza ricattatoria – candidate all’Oscar.
Mariarosa Mancuso (www.ilfoglio.it)