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Silence (di M. Scorsese)
14 Luglio 2017

Silence
di Martin Scorsese
Drammatico, 161’, USA 2016.
Con Andrew Garfield, Adam Driver, Liam Neeson, Tadanobu Asano, Ciarán Hinds, Issei Ogata.
Due preti gesuiti in viaggio nel Giappone delle persecuzioni ai cristiani. La ricerca della fede li porterà a scoprire le necessità del mondo. Un’opera di eccezionale valore estetico e morale, che mantiene un equilibrio commovente tra laicità e misticismo.
Come si scardina il fondamentalismo religioso? Come si obbliga un mistico a scendere a patti con la realtà, cioè con le diversità antropologiche, sociali, linguistiche, culturali che stanno dentro al mondo e ci distinguono? […] L’abiura richiesta a loro e a Sebastian è, nella sostanza, una formalità: calpestare una mattonella con il volto di Cristo. E in quanto formalità, esprime una necessità del tutto pratica, quella di tagliare le radici a una forma di misticismo che rischia di mettere in crisi il progetto dello shogunato.
La distinzione è molto importante, perché il movimento del film è un movimento di separazione linguistica: le priorità dell’inquisitore sono politiche, quelle del gesuita spirituali. […]
Alla separazione linguistica corrisponde poi una separazione percettiva, ed è in questa che avviene il vero miracolo del film, ovvero il suo essere perfettamente laico o perfettamente cristiano a seconda dell’osservatore. Un ateo sbigottisce di fronte ai contadini pronti a farsi ammazzare per non mettere i calcagni su una tavoletta, e tanto più di fronte a un prete disposto a lasciarli morire in nome di una forma di misticismo. Il credente vede in questo la prova estrema della fede, cioè il martirio. Scorsese trova dentro a questo conflitto un equilibrio commovente, che è la prova della sua frattura e della sua ricerca della sua onestà; il regista che doveva diventare sacerdote, l’autore che ha costruito una carriera intera, e capolavori su capolavori, sulla ricerca dell’identità e i complessi di colpa.
Giorgio Viaro – bestmovie.it