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Non Essere Cattivo (di C. Caligari)

17 Luglio 2016

Non essere cattivo

di Claudio Caligari

Con Luca Marinelli, Alessandro Borghi, Silvia D’Amico, Roberta Mattei, Alessandro Bernardini.

Drammatico, 100 min. – Italia 2015.

Ostia, 1995. Vittorio e Cesare sono amici da sempre, praticamente fratelli. Cresciuti in un quartiere degradato campano di espedienti, si drogano, bevono e si azzuffano con altri sbandati come loro. A casa Cesare ha una madre precocemente invecchiata che accudisce una nipotina malata. Vittorio invece sembra non avere nessuno al mondo, e quando incontra Linda vede in lei una possibilità di costruire una vita normale.

Con Non essere cattivo, l’opera omnia di Caligari consta di tre film in tre decenni e mezzo, e anche questo dà un’idea di cosa sia “il mondo del cinema”, in particolare romano. Con l’ultimo, prodotto grazie all’amicale devozione di Valerio Mastandrea, Caligari ha come depurato la sua materia, raggiungendo una misura artistica e umana alta e intimamente commossa, oserei dire religiosa proprio nel senso della morale cristiana primaria dettata da una straziata pietà per i personaggi che mostra. Si parla di spacciatori di droga periferici, che sono anche drogati, e delle loro donne, dei loro figli, del loro habitat, in una Ostia (già raccontata in Amore tossico: è evidente che il registra la conosce bene e sa di cosa parla) che è tanto assolata quanto squallida e provvisoria come tante periferie del mondo. L’ambiente e i personaggi sono pasoliniani (Accattone è il riferimento essenziale), però dimensionati in un oggi che è un eterno oggi, dove le storie si ripetono di padri in figli e di generazione in generazione, con le stesse ricorrenze. Una società nemica; un potere generalmente distante e dimentico salvo che per una polizia che reprime senza che niente cambi; un ambiente dove il lavoro è poco e non offre garanzie di sorta; donne supine che quando sono sveglie vengono presto ricondotte al loro essere secondarie anche nella marginalità, anche nella sofferta solidarietà con i loro uomini; bambini vittime o destinati a ripetere le gesta degli adulti. […] La differenza con tanti film e libri che hanno cercato di raccontare questo purgatorio senza uscita è che Caligari lo conosce bene e ama i suoi personaggi, anche i più trucidi, perché sa vedere oltre e dentro. Perché sa, mentre quasi sempre gli scrittori e i registi non sanno, cioè vedono con gli occhi di chi sta fuori e non pensano neanche lontanamente a farsi carico di quei dilemmi, di quella condanna. Non capiscono e non possono capire, ma sono loro a costituire le schiere della “cultura” e i complici o difensori di fatto di quest’ordine delle cose, quali che siano le loro opzioni ideologiche.

Goffredo Fofi (www.internazionale.it)

Dettagli

Data:
17 Luglio 2016
Categoria Evento:

Luogo

Arena Borghesi
Viale Stradone 4
Faenza, RA 48018 Italia
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Organizzatore

Cineclub Il Raggio Verde
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info@cineclubilraggioverde.it
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