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Pazza Gioia (di P. Virzì)
3 Luglio 2016

La pazza gioia
di Paolo Virzì
Con Valeria Bruni Tedeschi, Micaela Ramazzotti, Valentina Carnelutti, Tommaso Ragno, Bob Messini.
Commedia drammatica, 118 min. – Italia 2016.
Beatrice è una chiacchierona istrionica, sedicente contessa e a suo dire in intimità coi potenti della Terra. Donatella è una giovane donna tatuata, fragile e silenziosa, che custodisce un doloroso segreto. Sono ospiti di una comunità terapeutica per donne con disturbi mentali, entrambe socialmente pericolose. Un’amicizia, che le porterà ad una fuga strampalata e toccante, alla ricerca di un po’ di felicità in quel manicomio a cielo aperto che è il mondo dei sani.
[…] Storia di Beatrice (Valeria Bruni Tedeschi) e Donatella (Micaela Ramazzotti), due disgraziate diversamente sole e diversamente depresse, finite entrambe in un centro di recupero nella campagna toscana. Beatrice ha tutta l’energia, le parole e le iniziative che mancano a Donatella, e Donatella porta sul corpo magrissimo e tatuato i segni del dolore di entrambe.
Dopo una mattina di lavoro in una serra, il ritardo del pulmino che deve portarle indietro consente la fuga, che diventa poi un viaggio a ritroso nelle loro vite, un sentiero di conflitti, divertimento e conoscenza.
Il film vive su due piani. Uno è quello dell’incarnazione piena di passione delle sue interpreti, appena caricaturali eppure pian piano credibili nelle vesti di queste donne disastrate, a volte caute, a volte rabbiose, sempre vicine a una qualche forma di rottura, in fuga ma dipendenti dal destino che le ha portate fin lì. L’altro è quello del percorso che alla fine le porta a una catarsi.
Ecco, se il percorso è un po’ ingenuo perché lineare, specie nel modo in cui Donatella si ritrova in faccia il suo passato […], dall’altra parte la catarsi, quando arriva, è dolcissima, quasi straziante, perché sommessa.
Ed è lì, nel momento in cui infine il film cala la testa e dice quello che deve dire, quando tutti fanno i conti con sé stessi, che ti accorgi che quel che hai visto, pur con i suoi momenti troppo pieni o le deviazioni che fanno storia a sé, ha costruito un mondo, dentro cui hai vissuto senza riserve.
Giorgio Viaro (www.bestmovie.it)